In occasione delle celebrazioni del 79° anniversario della Liberazione di Coreno venerdì 19 maggio c’è stata l’inaugurazione della nuova sede del Museo della Linea Gustav presso la Casa delle Associazioni. Il museo gestito dall’omonima associazione è una installazione permanente improntata sulle fasi salienti delle battaglie che portarono allo sfondamento della linea difensiva tedesca detta “Gustav”, gennaio-maggio 1944. Una riscoperta iconografia, proveniente dai maggiori archivi storici internazionali, ed una ricostruzione storiografica degli eventi, fanno da cornice a una esposizione di reperti provenienti da collezioni private, di membri e collaboratori dell’Associazione stessa, ma anche di cittadini corenesi che hanno voluto contribuire alla sua crescita. Al taglio del nastro – che ha visto tanti cittadini accorsi – il vice Sindaco di Coreno, il preside Angelo Urgera e i componenti dell’associazione Salvatore Costanzo e Yossua Antonio Ruggiero.

 

Dopo il rito iniziale, si è proceduti con il convegno “80 anni dalla campagna di Russia” , dove sono stati ricordati i giovani corenesi scomparsi e defunti che presero parte alle disavventure del CSIR e dell’ARMIR: Adriano Filippo (81° rgt fanteria divisione Torino), Coreno Angelo Luigi (82° rgt fanteria divisione Torino ), Di Vito Giuseppe (80° rgt fanteria Divisione Pasubio) che ancora risultano scomparsi e Parente Arcangelo (53° rgt fanteria, divisione Sforzesca) risultante morto nell’ospedale 2989 di Kameskovo a 240 km a nord di Mosca. Ad impreziosire l’analisi storica del giornalista Erasmo Di Vito che invita ad intervenire Gaspare Biagiotti Presidente Pro Loco e i familiari con parole e l’emozione dirette ed evidenti: giovani contadini dai 20 ai 26 anni che son partiti da una Coreno povera per conoscere il dramma della guerra nel freddo russo.
Le note del silenzio suonato dalla tromba di Gianluca Gargano hanno chiuso l’evento.
Nella seconda giornata di sabato 20 maggio in sala consiliare , è stato presentato il libro “Storia di una ragazza sulla Linea Gustav” di Rosa Nardone che, dopo i saluti di Rosalba Belmonte delegata alla cultura e il Sindaco Simone Costanzo, ha dialogato in modo interessante con il giornalista Erasmo Di Vito: La storia di Antonia, la mamma , che si svolge nell’evento più grande brutale della guerra, nei luoghi e nelle situazioni comuni della linea Gustav; una storia partita con atrocità, sfollamento e difficoltà, ma che termina con la gioia e l’amore della famiglia.