Coreno Ausonio – Linea Gustav

Coreno Ausonio ha vissuto la tragedia dell’ultima guerra, tra il settembre 1943 ed il maggio 1944, come il maggiore caposaldo della linea difensiva tedesca, la “linea Gustav”, che correva lungo le sue montagne, dal “Faito”, al “Ceschito”, ai “Feuci” e a “Monte Maio”, come risulta dagli stessi bollettini di guerra dei due eserciti contrapposti.

Che il fiume Garigliano e le montagne che lo proteggevano dovessero diventare una linea difensiva fino all’ultimo da parte dei tedeschi per contrastare la “facile” avanzata dell’esercito alleato che da Salerno era salito lungo la costa utilizzando la propria superiorità numerica e tecnica in uomini e mezzi, si poteva già desumere dall’ottobre 1943, quando una ordinanza del Comando germanico imponeva lo sgombro dal paese della popolazione civile, mettendo anche a disposizione i mezzi di trasporto per il trasferimento a nord di Roma.

La popolazione di Coreno dimostrò in quella circostanza il suo primo atto di coraggio e di attaccamento al proprio paese, rifiutando in massa di salire sui camion e rifugiandosi invece in montagna.

La reazione tedesca non si fece attendere, e nei giorni successivi, ci furono i primi rastrellamenti che interessarono non soltanto gli uomini da deportare nelle fabbriche belliche in Germania o al fronte a scavare trincee e trasportare con i muli il “rancio” per i soldati che veniva preparato nelle cucine da campo all’interno dell’abitato, ma anche donne e bambini .

E ciò è accaduto in varie riprese, negli otto mesi di occupazione, con l’aggiunta di razzie “spoliative” anche per privare i rifugiati del sostentamento e costringerli così a lasciare le montagne per fame. E spesso i rastrellati, vecchi, donne, bambini e uomini non abili ai lavori, venivano portati a Ceprano da dove ritornavano a piedi nei loro ricoveri in montagna.

I mesi trascorsi in montagna sono stati segnati da centinaia di episodi di sofferenze, ferocia persecuzione da parte delle truppe occupanti, eccidi come quello della “Matthia” e di “Vallauria” e successivamente al 14 maggio, giorno in cui il paese è stato ”liberato”, il tragico impatto con le truppe marocchine.

I numeri dei deceduti e dei dispersi:

  • Caduti e dispersi in guerra (1940-1944) 18
  • Profughi deceduti o dispersi 64
  • Deceduti per esplosione di mine 29
  • Deceduti per causa incerta 2
  • Deceduti a causa di bombardamenti 37
  • Civili uccisi dai soldati 23

Un altro dato che può risultare interessante è quello dei profughi:

  • 666 persone sono state profughe nei territori occupati dai tedeschi;
  • 458 persone hanno attraversato il fronte verso sud raggiungendo le zone liberate;
  • 86 i reduci di guerra.

Avvenimenti e date da ricordare

8 settembre 1943: l’armistizio

Il giorno dell’armistizio può essere considerato l’immediata vigilia delle sventure della guerra a Coreno. L’otto settembre 1943 fu firmato l’armistizio e l’avvenimento fece sognare l’uscita da una situazione di incubi e di privazioni e furono suonate a festa le campane, ma verso sera ci fu un’incursione aerea tedesca su Gaeta e si tornò alla realtà di una situazione che sarebbe diventata sempre più tragica.

23 settembre 1943: il primo rastrellamento

La mattina del 23 settembre 1943 giunsero a Coreno alcune camionette tedesche dalle quali discesero soldati delle SS che iniziarono a rastrellare gli uomini validi caricandoli su dei camion in sosta in piazza. Fu un brutto segnale che convinse le prime famiglie ad abbandonare il paese per rifugiarsi in montagna.

4 febbraio 1944: tragedia a Vallauria

Uno degli obiettivi dell’offensiva alleata, all’inizio di febbraio, fu la costituzione di un ponte oltre il Garigliano attraverso la conquista di monte “Ornito” e di monte “Faito“.

Nei violenti combattimenti che ne seguirono venne coinvolto un casolare (casella) che ospitava alcune famiglie, venne centrato da alcune granate con il tragico risultato di una strage: diciotto persone morte ed altrettante ferite, tra queste i soccorritori che si erano portati sul luogo dell’accaduto.

12 aprile 1944: la tragedia della “Màtthia”

Un aviatore americano, che si era salvato paracadutandosi dal suo aereo abbattuto, fu raccolto e tenuto nascosto da alcune famiglie di Coreno, dapprima nella grotta del “Lavo” e successivamente in una “casella” in contrada “Màtthia”: nonostante la consapevolezza del grave rischio di rappresaglia che il gesto di umanità avrebbe comportato se fosse venuto a conoscenza dei tedeschi. E ciò, purtroppo, accadde, con la complicità di una spia che riferì tutto al comando germanico.

Nella notte del 12 aprile, un plotone di soldati si recò presso il casolare e vi compì una strage: fu catturato il pilota americano, furono fucilati sul posto quattro civili corenesi ed altri furono feriti mentre cercavano di sfuggire alla rappresaglia.

14 maggio 1944: sfondamento del fronte della Linea Gustav e liberazione di Coreno Ausonio